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Scuola veneta, XVI - Madonna con Bambino Gesù e San Giovannino
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Scuola veneta, XVI - Madonna con Bambino Gesù e San Giovannino

FRANCESCO RIZZO DA SANTACROCE & bottega (San Pellegrino Terme 1485 - Venezia 1545) Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino Olio su tavola, cm. 49 x 40 (difetti) NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice e con difetti: Il dipinto è in buono stato di leggibilità e raffigura un soggetto iconografico che riprende uno schema assai diffuso e collaudato che pone la Vergine e il Bambino al centro di una composizione, vicino ad uno o più santi: nel caso in esame l’incontro del Salvatore, ormai divenuto fanciullo, con il più grande S. Giovanni Battista. La rappresentazione fa riferimento ad una leggendaria sosta della Sacra Famiglia, avvenuta secondo la tradizione cristiana durante il viaggio di ritorno dopo la fuga in Egitto, che diede modo ai due cugini – S. Giovanni Battista era cugino di Gesù, essendo figlio di Elisabetta (a sua volta cugina di Maria Vergine) e Zaccaria, anziano coniuge che ebbero questo loro unico figlio per effetto miracoloso – di incontrarsi. La raffigurazione di personaggi sacri in uno spazio limitato, le cosiddette “Sacre conversazioni”, conobbe vasta promozione a partire dal XVI secolo; né va sottaciuto che solitamente in queste rappresentazioni la presenza di un santo aveva un chiaro significato iconografico: poteva indicare il nome del personaggio a cui era dedicata la chiesa, ovvero il santo patrono della città o del committente del dipinto. Realizzato su tavola questa Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino, si data nella fine del XVI secolo ed è stata realizzata nell'ambito della cultura pittorica dell’Italia settentrionale, in particolare veneta. L’adesione al linguaggio pittorico di Giovanni Bellini e della sua cerchia permette di avvicinare l’opera presentata alla cospicua produzione di Madonne col Bambino e Sacre Conversazioni di Francesco Rizzo da Santacroce (documentato a Venezia tra il 1505 e il 1545 ma originario del bergamasco) quali la Madonna col Bambino e i Santi Zaccaria, Caterina e Giovanni Battista conservata presso il Museo Civico di Vicenza e datata tra il 1515 e il 1520, opera come molte altre di sua mano fortemente tributaria dell’arte di Simone da Santacroce, presso la cui fiorente bottega veneziana Rizzo si era formato a inizio del Cinquecento. Il medesimo gruppo della Madonna col Bambino raffigurato sulla nostra tavola, si ritrova raffigurato in una Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Caterina d’Alessandria, già in collezione Massari, oggi di proprietà della Cassa di Risparmio di Ferrara, restituita alla mano di Francesco Rizzo da Santacroce. Francesco Rizzo, di cui abbiamo testimonianza della sua presenza a Venezia dal 1505 al 1545. Apparteneva ad un nucleo di pittori provenienti da Santa Croce vicino a Bergamo e attivi nella città lagunare; a causa di omonimie al loro interno sono stati spesso scambiati tra loro o accorpati in una unica personalità artistica. Grazie agli studi recenti, oggi sappiamo che “I Santacroce” erano un gruppo di sei persone, non tutte imparentate: tre di nome Francesco (Francesco di Simone, Francesco Rizzo e Francesco da Santacroce), Vincenzo, Girolamo e Pietro Paolo. Francesco Rizzo fu attivo nello studio del suo compatriota Francesco di Simone da Santacroce, del quale divenne il più stretto collaboratore, e alla sua morte ereditò le sorti della fiorente bottega veneziana. A Venezia, Rizzo inoltre subì anche l'influenza di un altro bergamasco, Palma il Vecchio, e rimase affascinato dal genio del Rinascimento veneziano, Giovanni Bellini. Dal Giambellino colse soprattutto lo spunto dalle Sacre Conversazioni, temi religiosi di fantasia molto apprezzati nel mondo veneziano, a cui va riferita anche l’opera in esame. Di Francesco Rizzo da Santacroce ricordiamo Apparizione del Cristo risorto, ora alle Gallerie dell'Accademia di Venezia; la Circoncisione, nella chiesa di San Zaccaria a Venezia; la Circoncisione all’Accademia Carrara di Bergamo; il Matrimonio mistico di Santa Caterina, oggi al Museo di Castelvecchio di Verona. L’opera qui in oggetto, infatti, esibisce chiaramente la sua stretta dipendenza stilistica e iconografica dalla pittura di Francesco Rizzo, e per tali ragioni ritengo di non essere in errore nel circondurre questo quadro fra le opere ispirate prevalentemente alla produzione di Santacroce, circoscrivendo – per caratteri di stile e scrittura – ad una datazione di metà Cinquecento con esiti che evocano l'attribuzione al citato pittore in collaborazione con la sua bottega. La tavola può essere strettamente comparata a molteplici opere all’interno del corpus del pittore, come alcune sopracitate: meritano soprattutto di essere sottolineate le similitudini formali, nell’impostazione compositiva, nelle soluzioni coloristiche, nelle fisionomie e nelle posture delle figure. In merito al suo stato conservativo, la tavola versa in discreto stato conservativo. La superficie pittorica si presenta in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni restauri sparsi e qualche svelatura e ossidazione della superficie pittorica. A luce solare è visibile la stesura dei colori, e dei piccoli cadute di colore. Il dipinto – di buona mano pittorica – è molto interessante per un approfondito studio attributivo. Le misure della tavola sono cm. 49 x 40. Il dipinto viene ceduto senza cornice. Provenienza: Coll. privata Pubblicazione:  Inedito;  I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023. Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetto ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 400/€800, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni). La spedizione potrebbe ritardare di qualche giorno/settimana per motivi logistici ed amministrative.

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FRANCESCO RIZZO DA SANTACROCE & bottega
(San Pellegrino Terme 1485 - Venezia 1545)
Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino
Olio su tavola, cm. 49 x 40 (difetti)


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice e con difetti:

Il dipinto è in buono stato di leggibilità e raffigura un soggetto iconografico che riprende uno schema assai diffuso e collaudato che pone la Vergine e il Bambino al centro di una composizione, vicino ad uno o più santi: nel caso in esame l’incontro del Salvatore, ormai divenuto fanciullo, con il più grande S. Giovanni Battista. La rappresentazione fa riferimento ad una leggendaria sosta della Sacra Famiglia, avvenuta secondo la tradizione cristiana durante il viaggio di ritorno dopo la fuga in Egitto, che diede modo ai due cugini – S. Giovanni Battista era cugino di Gesù, essendo figlio di Elisabetta (a sua volta cugina di Maria Vergine) e Zaccaria, anziano coniuge che ebbero questo loro unico figlio per effetto miracoloso – di incontrarsi. La raffigurazione di personaggi sacri in uno spazio limitato, le cosiddette “Sacre conversazioni”, conobbe vasta promozione a partire dal XVI secolo; né va sottaciuto che solitamente in queste rappresentazioni la presenza di un santo aveva un chiaro significato iconografico: poteva indicare il nome del personaggio a cui era dedicata la chiesa, ovvero il santo patrono della città o del committente del dipinto.
Realizzato su tavola questa Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino, si data nella fine del XVI secolo ed è stata realizzata nell'ambito della cultura pittorica dell’Italia settentrionale, in particolare veneta. L’adesione al linguaggio pittorico di Giovanni Bellini e della sua cerchia permette di avvicinare l’opera presentata alla cospicua produzione di Madonne col Bambino e Sacre Conversazioni di Francesco Rizzo da Santacroce (documentato a Venezia tra il 1505 e il 1545 ma originario del bergamasco) quali la Madonna col Bambino e i Santi Zaccaria, Caterina e Giovanni Battista conservata presso il Museo Civico di Vicenza e datata tra il 1515 e il 1520, opera come molte altre di sua mano fortemente tributaria dell’arte di Simone da Santacroce, presso la cui fiorente bottega veneziana Rizzo si era formato a inizio del Cinquecento. Il medesimo gruppo della Madonna col Bambino raffigurato sulla nostra tavola, si ritrova raffigurato in una Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Caterina d’Alessandria, già in collezione Massari, oggi di proprietà della Cassa di Risparmio di Ferrara, restituita alla mano di Francesco Rizzo da Santacroce.
Francesco Rizzo, di cui abbiamo testimonianza della sua presenza a Venezia dal 1505 al 1545. Apparteneva ad un nucleo di pittori provenienti da Santa Croce vicino a Bergamo e attivi nella città lagunare; a causa di omonimie al loro interno sono stati spesso scambiati tra loro o accorpati in una unica personalità artistica. Grazie agli studi recenti, oggi sappiamo che “I Santacroce” erano un gruppo di sei persone, non tutte imparentate: tre di nome Francesco (Francesco di Simone, Francesco Rizzo e Francesco da Santacroce), Vincenzo, Girolamo e Pietro Paolo. Francesco Rizzo fu attivo nello studio del suo compatriota Francesco di Simone da Santacroce, del quale divenne il più stretto collaboratore, e alla sua morte ereditò le sorti della fiorente bottega veneziana. A Venezia, Rizzo inoltre subì anche l'influenza di un altro bergamasco, Palma il Vecchio, e rimase affascinato dal genio del Rinascimento veneziano, Giovanni Bellini. Dal Giambellino colse soprattutto lo spunto dalle Sacre Conversazioni, temi religiosi di fantasia molto apprezzati nel mondo veneziano, a cui va riferita anche l’opera in esame. Di Francesco Rizzo da Santacroce ricordiamo Apparizione del Cristo risorto, ora alle Gallerie dell'Accademia di Venezia; la Circoncisione, nella chiesa di San Zaccaria a Venezia; la Circoncisione all’Accademia Carrara di Bergamo; il Matrimonio mistico di Santa Caterina, oggi al Museo di Castelvecchio di Verona.
L’opera qui in oggetto, infatti, esibisce chiaramente la sua stretta dipendenza stilistica e iconografica dalla pittura di Francesco Rizzo, e per tali ragioni ritengo di non essere in errore nel circondurre questo quadro fra le opere ispirate prevalentemente alla produzione di Santacroce, circoscrivendo – per caratteri di stile e scrittura – ad una datazione di metà Cinquecento con esiti che evocano l'attribuzione al citato pittore in collaborazione con la sua bottega. La tavola può essere strettamente comparata a molteplici opere all’interno del corpus del pittore, come alcune sopracitate: meritano soprattutto di essere sottolineate le similitudini formali, nell’impostazione compositiva, nelle soluzioni coloristiche, nelle fisionomie e nelle posture delle figure.
In merito al suo stato conservativo, la tavola versa in discreto stato conservativo. La superficie pittorica si presenta in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni restauri sparsi e qualche svelatura e ossidazione della superficie pittorica. A luce solare è visibile la stesura dei colori, e dei piccoli cadute di colore. Il dipinto – di buona mano pittorica – è molto interessante per un approfondito studio attributivo. Le misure della tavola sono cm. 49 x 40. Il dipinto viene ceduto senza cornice.

Provenienza: Coll. privata

Pubblicazione:
 Inedito;
 I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023.

Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetto ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 400/€800, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni).
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